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10.Da Ravello ad Atrani

Villa Cimbrone (Ravello) – Valle del Dragone – Atrani -Civita -Villa Rufolo (Ravello)

Durata: 5,6 km

tempo di percorrenza: 3h 30′

Percorso – 300 metri di dislivello che, percorsi senza fretta e con più soste, non si fanno quasi sentire. Molti punti panoramici e ricchezza di testimonianze storico-artistiche.
Avvicinamento e logistica – Da Salerno o Sorrento, bivio per Ravello nei pressi di Atrani. Da Angri (autostrada A3) tramite Valico di Chiunzi.
Con inizio e fine della passeggiata ad Atrani, si possono utilizzare i mezzi pubblici: fermata autolinee SITA ad Atrani, traghetto ad Amalfi (a 1,0 km)
Servizi e ristoro – Bar e ristoranti a Ravello e ad Atrani. Possibilità di balneazione ad Amalfi e Atrani o nella vicina spiaggia di Castiglione. Per le visite delle Ville Rufolo e Cimbrone vedi scheda nelle pagine seguenti.

La strada rotabile che unisce le località della Costiera è un’opera relativamente recente. Prima della sua realizzazione i traffici si avvalevano, quando non avvenivano via mare, di mulattiere o vie ricavate lungo ripide pendici con lunghe gradinate. La passeggiata tra Ravello e Atrani ne ripercorre alcune.
A Ravello, in piazza Duomo è acile individuare, in corrispondenza di un vistoso torrione, l’ingresso della Villa Rufulo. A destra della Villa si imbocca la via San Francesco e, superate la prima deviazione a destra, e la successiva a sinistra, si risale una gradinata in lieve pendenza. Oltrepassato il porticato del convento San Francesco, alla deviazione successiva, a sinistra, si prende via Santa Chiara, da seguire fino a Villa Cimbrone per ammirarne i giardini: prima sosta intermedia.
Lasciata la Villa si ritorna in piazza, si prosegue tenendosi a sinistra fino a raggiugere il lato posteriore della chiesa di Santa Maria a Gradillo. Dopo pochi passi si scende a sinistra lungo le scale di via Sigilgaida. Si scende fino a raggiungere la strada, da percorrere fino alla gradinata che taglia due tornanti. Qualche metro più giù, altre scalette conducono verso un caseggiato. Attraversato il caseggiato grazie ad un sottopasso, si raggiunge la strada che conduce a Pontone. Si continua a scendere a sinistra e, alla confluenza con la strada che sale da Amalfi, si continua verso il basso, fino ad un ampio tornante su cui si affaccia un laboratorio di ceramica. Più avanti si lascia la strada per seguire una larga e comoda via pedonale, contrassegnata da una poco evidente indicazione <<to Amalfi>>.


Ci si immette nella Valle del Dragone che prende il nome dal torrente che la attraversa. Di aspetto vagamente selvaggio, la valle ospitava l’antica zona industriale di Atrani (presenza di ruderi di mulini, di pastifici e di cartiere per l’intero tragitto).Lungo la discesa si lascia, sulla sinistra, la chiesa rupestre di San Michele “fuori le mura”, che nel XVII secolo venne usata per la sepoltura in massa e frettolosa delle vittime della peste. Più avanti, si arriva alla chiesa del Carmine in prossimità della quale sono visibili i resti delle antiche mura di Atrani e di una delle sue porte. Inizia l’abitato di Atrani col suo labirinto di vicoli e scale. Si è liberi di scegliere il percorso che attira di più: l’importante è scendere sempre in direzione del mare fino alla piazzetta Umberto I dove si trova la chiesa di San Salvatore de’ Birecto che, in epoca ducale, ospitava la cerimonia di investitura dei reggenti amalfitani. Dalla piazza di trani ha inizio il ritorno in salita verso Ravello. Alle spalle della fontana s’imbocca via Francesco Maria Pansa prima di giungere alla strada si devia a sinistra e si seguono le scale che conducono al sagrato della chiesa di Santa Maria Maddalena. Qui si volta a sinistra e subito dopo a destra per prendere la scalinata lungo la quale amava soffermarsi Mauritius Cornelis Escher, famoso grafico e disegnatore olandese del secolo scorso.

Pochi minuti e si attraversa il borgo di Castiglione (breve deviazione fino alla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo) e si continua a sinistra seguendo una ripida rampa di scale. Giunti sulla strada asfaltata, si attraversa e si riprende a salire fino ad arrivare sotto la parete di roccia su cui poggia la Terrazza dell’Infinito di Villa Cimbrone. La stradina a cui si è giunti va percorsa verso destra, Superato il santuario dei SantiCosma e Damiano, si raggiunge via della Repubblica che da Ravelloporta alla frazione di Torello.

Villa Cimbrone

Le prime notizie su Villa Cimbro-ne, risalgono al XI secolo. Il suo no me prende nome dal costone roccioso su cui poggia, in passato parte di un podere denominato “Cimbronium”. La villa patrizia, originariamente, apparteneva alla famiglia degli Acconciajoco, successivamente ai Fusco, imparentati con i Pitti di Firenze e i D’Angiò di Napoli. Poche sono le informazioni riguardanti la villa intorno al ‘600. Si ipotizza che all’epoca fosse inglobata nel poco distante monastero di santa Chiara del XIll sec. Verso la finedell’800, Ernest William Beckett, cittadino britannico divenuto Lord Grimthorpe ne fu entusiasmato. Nel 1904 la acquistò e iniziò a trasformare i luoghi. Il giardino fu parzialmente riprogettato con l’aggiunta di tempietti, padiglioni, statue in pietra, e di bronzo. La villa, in tempi più recenti ha avuto innumerevoli ospiti illustri. Potrà far piacere al visitatore sapere che, passeggiando nei giardini, si troverà a ricalcare le orme di Forster, Strachey, Keynes, Moore, Russel, Elliot, Crick, Piaget, Virginia Woolf, D.H. Lawrence, i Duchi di Kent, Churchill, per citarne solo alcuni. Pezzo forte della villa è la Terrazza dell’Infinito che offre un panorama difficile da dimenticare. Ci si sentirà anche ripetere “all’infinito” che nella villa ha avuto luogo la celebre fuga d’amore di Greta Garbo con Leopold Stokowsky.

Telefono: +39 089857459 – Orario di apertura: estate 9.00 – 20.00 inverno: 9.00 -tramonto – Ingresso a pagamento

Villa Rufolo

Le origini di Villa Rufolo risalgono all’XI secolo e ebbe il suo momento di massima importanza durante il periodo Aragonese. La villa prende il nome dalla famiglia omonima che ne fu a lungo proprietaria. Decaduta la famiglia Rufolo, il sito passò alle famiglie Confalone e Muscettola e, infine, ai D’Afflitto di Scala nel XVIII secolo. Seguì un periodo di graduale decadenza finché nel 1851 lo scozzese Francis Nevile Reid acquistò il complesso costituito dalla villa stessa e gli ampi e singolari giardini annessi Affidò i lavori di restauro a Michele Ruggiero che, successivamente fu anche direttore degli scavi di Pompei. Attualmente la villa è gestita della Fondazione Ravello. Dal 1953 i suoi giardini sono diventati sede del Ravello Festival, evento annuale di musica classica, di richiamo internazionale.

Telefono: +39 089 857621 – Orario di apertura: estate 9.00 – 20.00 Inverno 9.00 – tramonto – Ingresso a pagamento.

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