da Nocelle (Positano) al fungo di pietra di Capo Muro
Durata: 5 km
Tempo di percorrenza: 6h 00′
Percorso– Il dislivello di oltre 600 metri richiede un minimo di allenamento. Il fondo, spesso costituito da materiale incoerente, richiede l’uso di scarpe con buona presa sul terreno. Per la frequente esposizione al vento in quota è raccomandabile munirsi di adeguata copertura.
Avvicinamento – Partenza ed arrivo dall’abitato di Nocelle, raggiungibile in automobile o con autolinea locale da Positano.
Punti di ristoro – Trattoria e bar a Nocelle.
Per una immersione completa nella natura niente di meglio che un dislivello che passa dai 450 ai 1070 metri di altitudine. Il premio per l’impegno è dato dai panorami che, data l’altitudine, Capri, il Golfo di Napoli e l’isola di Ischia offrono alla vista.
L’inizio del percorso è costituito, a scelta, da una qualsiasi delle tre scalinate che attraversano Nocelle verso l’alto. La prima rampa parte dal parcheggio; le altre due si incontrano tra le case. Il percorso ha inizio con una comoda scalinata che porta alle case più alte del paese; più avanti ci si trova ad attraversare tratti in cui il sentiero è ridotto a una debole traccia.
Torna utile seguire i tratti più liberi da vegetazione fino a raggiungere un ricovero per pastori incastonato sotto la parete di roccia. Da qui il percorsosi articola in diverse diramazioni. La regola che deve guidare ‘escursionista è quella di salire sempre a sinistra della parete di roccia. La soluzione più interessante è percorrere tutte le gradinate che collegano i terrazzamenti presenti, fino ad arrivare ai piedi della parete. Superato un antico fabbricatosi arriva in un punto in cui tutte le vie convergono. Continuando a salire si supera una gradinata seguita da un bivio.
A destra un sentiero , adatto più alle capre che agli uomini, aggira il costone roccioso, mentre a sinistra la salita verso Capo Muro segue la traccia che si inerpica nel pieno della vegetazione, fino a raggiungere un sentiero che procede lungo la linea di quota.
E il sentiero 02 del CAl. Si prosegue verso destra e, dopo poche decine di metri, c’è un nuovo bivio. A destra si diparte il sentiero 41/a del CAl (che costituisce un tratto del ritorno di questo percorso), a sinistra continua la salita. Guardando verso Nord-Est, nella parte più bassa della sella si staglia contro il cielo una roccia a forma di fungo o incudine: è il punto più alto e più lontano di questa escursione. Il sentiero talvolta è nascosto dalla vegetazione ma le marcature del CAI, e altre di colore giallo, aiutano a ritrovare la via. Sul tratto finale il fungo di pietra appare sempre più vicino. Raggiuntolo, una sosta permette di apprezzare il mare del Golfo di Salerno verso Sud e la conca di Agerola da Nord-Ovest a Est. Più dietro, i rilievi montuosi della provincia di Salerno e Avellino. Per tornare si scende verso destra seguendo le marche del CAI oi segni gialli, prima con tornantini lungo il crinale privo di vegetazione e poi attraverso una faggeta, fino ad incontrare una rotabile sterrata. Ancora poche decine di metri e sulla destra è indicato dalle solite marche il sentiero CAI 41/a. Lo si segue fino all’impluvio del vallone e qui bisogna fare attenzione a proseguire verso l’alto del versante opposto, abbandonando l’invitante via che procede verso il basso. Per un quarto d’ora ci si inerpica tra le rocce fino a ritrovare il sentiero CAI 02. Si continua fino alla confluenza dalla quale si è arrivati, tornando giù a ritroso lungo la stessa fino a Nocella.